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Scilla e Cariddi
Kroton
Temesa
Italo
Milone
Fata Morgana
 
 

E' Omero per primo a parlare in forma poetica dell'esplorazione dei greci nel Mediterraneo occidentale. Già nel Il canto dell'Odissea compare il nome di una città greca di Calabria: Temesa.

La dea Atena, nascosta sotto le sembianze di un guerriero, racconta a Telemaco, figlio di Ulisse, di essere in partenza per la città di Temesa per scambiare con bronzo il suo carico di ferro. 

In effetti il ruolo della città di Temesa era legato all'estrazione ed al commercio dei metalli di cui era ricco il suo territorio.

Si narra che quando Ulisse approdò sulle coste di Temesa (area alla foce del fiume Savuto) uno dei suoi compagni, Polite, usò violenza a una fanciulla del luogo, provocando le ire dei suoi concittadini che lo lapidarono.

L'ombra di Polite si vendicò esigendo dagli abitanti un tributo in denaro da pagare al santuario eretto sopra la sua tomba.

Quando la città venne conquistata dai locresi, l'atleta Eutimo sfidò in duello il fantasma di Polite e lo vinse, liberando la città dalle sue vessazioni.

 

 

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