Home page Vacanze Atlante Percorso storico Gastronomia e-business Contattaci
home » percorso storico » miti e leggende

Scilla e Cariddi
Kroton
Temesa
Italo
Milone
Fata Morgana
 
 
SCILLA E CARIDDI: Introduzione

"Scilla ivi alberga, che moleste grida di mandar non ristà" ecco come Circe nell'Odissea avverte Ulisse costretto a far rotta verso lo stretto per raggiungere Itaca, prima che questi prenda il mare con i suoi compagni, sei dei quali verranno carpiti dal mostro sulla rupe.

"Assorbe la temuta Cariddi il negro mare"continua Circe, "tre fiate il rigetta, e tre nel giorno l'assorbe orribilmente…, a Scilla tienti vicino e rapido trascorri".

Nel dodicesimo libro dell'Odissea, Omero canta il mito di Scilla e Cariddi, antico monito alla prudenza e all'equilibrio nel cammino difficile della conoscenza.

Omero cantava Scilla, mostro gigantesco con dodici piedi, sei colli e sei teste, che sporgeva con metà del corpo da una grotta a mezza costa su uno scoglio.

Gli antichi greci immaginavano questo mostro rabbonirsi solo per tendere la mano alla siciliana Cariddi.

Ma si tratta solo di un mito? In realtà ventisette secoli fa Omero fu molto preciso specialmente se viene preso in considerazione che ancora oggi pescatori e guide avvertono che fra Scilla e Cariddi, a causa del livellamento dei bacini tirrenico e jonico, si formano correnti che si alternano ogni sei ore: la "montante" verso nord e la "scendente" verso sud. Il risultato è un forte rimescolio delle acque che può essere talmente violento da generare impetuosi gorghi mettendo in serio pericolo le piccole imbarcazioni che navigano nel tratto compreso tra i vortici di Cariddi e la pericolosa rupe di Scilla.

 

 

.:. Calabria

webcalabriaCard
.:. atlante
.:. turismo
.:. percorso storico
© Copyright 2002 Geosin - Tutti i diritti riservati